Mohammed Il Profeta dell'Islam Lo conosci?
dovresto conoscere questo uomo.
guarda
http://huda.it/
conoscere l'islam
un saluto di pace a tutti coloro che leggono
Allàh l'Altissimo nel Suo Nobile Corano ci incita a seguire come modello per il nostro "perfezionamento" il Suo Inviato Saiyydinà Muhammad - le benedizioni di Allàh e la pace su di lui - : "Voi avete nell'Inviato di Allàh un modello sublime, per chi spera in Allàh e nell'Ultimo giorno e molto ricorda Allàh" (Corano Sura Al-Ahzàb 33 vers.21)
Allàh l'Altissimo nel Suo Nobile Corano ci descrive inoltre qual'è il carattere "khuluq" con il quale ha mandato Saiyydinà Muhammad - le benedizioni di Allàh e la pace su di lui- alle Sue creature: " Per quale misericordia da parte di Dio hai mostrato dolcezza nei loro confronti? Se tu fossi stato rude e duro di cuore essi si sarebbero dispersi lontani da te. Usa loro clemenza, chiedi perdono per loro, e consigliati con loro sul da farsi..." (Corano Sura Al-Imran 3, vers. 159)
Tutti i Maestri (Shuyukh) del Tasawwuf si sono "conformati" a questo "modello sublime" seguendo la sua Sunna (modo di agire e di fare del Profeta) in ogni loro pensiero e azione e insegnando a loro volta, più con gli atti e gli stati (hàl) che con le parole, questa Via (Tariqa Muhammadiyya) ai loro discepoli.
Ho pensato perciò che potrà trovare interesse la seguente pubblicazione di alcuni commentari (Tafsir) della Sura sopracitata "sul carattere del Profeta" (Cor.3,159-60) per cogliere ancor di più la bellezza e l'elevatezza degli insegnamenti di Allàh l'Altissimo che ci ha voluto dare con questo Suo nobile versetto, in cha Allàh.
NB- Queste pagine che riportiamo sono tratte dal Libro che verrà pubblicato a breve : «La Sura della Famiglia di Imran nella Sapienza Islamica» di Ludovico Zamboni - GEI Gruppo Editoriale l’Idea. Il III Capitolo (Sura) del Corano alla luce dei commenti di Ibn Kathìr e Al Qâsânî tradotti direttamente dai Testi in lingua Araba da Ludovico Zamboni, il quale ci ha gentilmente concesso di pubblicare qui in anteprima, che Allàh lo ricompensi e sia soddisfatto del suo lavoro. Chi ne facesse uso è pregato gentilmente di riportare la provenienza di queste pagine, grazie.
Nel testo che riportiamo il carattere "normale" è dedicato alla traduzione dei commenti di Ibn Kathìr e di Al-Qàsànì.
il carattere in grassetto a quello dei versetti del Corano
il carattere in corsivo alle note di Ludovico Zamboni
Tafsir (commentario) del versetto 159-60 della Sura Al-Imràn - 3
[Sul carattere del Profeta (s.a.s.)]
Testo
«159) Per quale misericordia da parte di Dio hai mostrato dolcezza nei loro confronti? Se tu fossi stato rude e duro di cuore essi si sarebbero dispersi lontani da te. Usa loro clemenza, chiedi perdono per loro, e consigliati con loro sul da farsi. E quando hai acquisito ferma risolutezza, affidati fiducioso a Dio, perché Dio ama coloro che a Lui si affidano. 160) Se Dio vi soccorre, nessuno vi potrà sconfiggere; ma se Dio vi abbandona, chi vi potrà soccorrere, dopo di Lui? A Dio dunque si affidino fiduciosi coloro che hanno fede.»
Dice Ibn Al-Kathìr:
L’Altissimo si rivolge al Suo Inviato, pieno di benevolenza nei confronti suoi e dei credenti, parlandogli di come ha reso tenero il suo cuore a riguardo della sua comunità, nei confronti cioè di coloro che seguono i suoi ordini e cessano di rivoltarsi contro di lui, e di come ha fatto sì che le sue parole sembrassero loro gradevoli, e dice: «Per quale misericordia (bi-mâ rahmatin) da parte di Dio hai mostrato dolcezza (linta) nei loro confronti?» E cioè, per mezzo di cosa Dio ha fatto sì che tu fossi dolce con loro, se non per la misericordia di Dio nei tuoi e nei loro confronti? Qatâda dice: “Il significato è ‘Per misericordia da parte di Dio tu hai mostrato dolcezza nei loro confronti’. La particella mâ infatti in questo caso è una semplice congiunzione.” (...)
Dice Al-Hasan Al-Basrî: “Qui si parla del carattere (khuluq) col quale Dio ha mandato Muhammad, e questo nobile versetto somiglia alle parole dell’Altissimo «È venuto a voi un Inviato che viene da voi stessi, al quale pesa ciò che commettete e che ha cura di voi, pietoso e clemente con i credenti» (Cor. 9,128).
L’Imam Ahmad tramanda da Abû Râšid Al-Harrânî: “Abû Umâma Al-Bâhilî mi prese per mano e mi disse: ‘L’Inviato di Dio mi prese per mano, e mi disse: Abû Umâma, vi sono alcuni credenti verso i quali il mio cuore ha tenerezza’.”
Al-Qušayrî: “Se non fosse stato per una forza divina che il Vero gli riservava, come avrebbe potuto l’Inviato di Dio sopportare la compagnia degli uomini? Non vedi che Mosè, appena dopo aver udito la Sua parola, non sopportava neppure di parlare con suo fratello, e gli prendeva la testa, tirandola a sé?(Cor.20,92-4) O ancora: se il Profeta (su di lui la pace e la preghiera divine) non li avesse guardati [con un occhio che] cancellava quelle norme proprie del mutamento (ahkâmu t-tasrîf) che avevano corso in loro, realizzando che era Allah a dar origine ad esse, come avrebbe potuto sopportare la loro compagnia?
Quindi l’Altissimo dice: «Se tu fossi stato rude (fazz) e duro (galîz) di cuore essi si sarebbero dispersi lontani da te». Il termine fazz è simile nel significato a galîz, così che il significato è ‘se tu fossi stato duro con la parola e col cuore’, o in altre parole ‘se tu ti fossi rivolto a loro con parole violente, e col cuore duro, essi si sarebbero allontanati da te, lasciandoti; Dio però li ha uniti a te facendo sì che tu fossi dolce con loro, così da ammansire i loro cuori’. Dice ‘Abd Allah ben ‘Amrw: “Vedo nei Libri sacri rivelati in precedenza la descrizione dell’Inviato di Dio: non è rude, né duro, non strepita nei mercati e non risponde al male col male, ma piuttosto perdona e tollera.” At-Tirmidhî tramanda da ‘Â’iša queste parole dell’Inviato di Dio: “Dio mi ha ordinato di essere estremamente gentile con la gente, ai limiti dello sdolcinato (amara-nî bi-mudârâti n-nâs), allo stesso modo in cui mi ha ordinato le opere obbligatorie della Religione (al-farâ’id).”
Su queste parole coraniche, Al-Qušayrî dice: “Se avessi dato loro da bere puro il vino dell’Unità divina, senza annacquarlo con una ‘parte’ per loro, essi si sarebbero separati da te errando senza meta senza poter sostare neppure un attimo.” Analogamente, Al-Alûsî dice: “Se avessi loro esposto minuziosamente le norme proprie delle realtà principiali (ahkâmu l-haqâ’iq) il loro petto si sarebbe ristretto, e non avrebbero sopportato il peso proprio della realtà delle norme di educazione spirituale necessarie nella Via iniziatica. Tu invece hai avuto indulgenza nei loro confronti, per mezzo della Legge sacra e delle facilitazioni [che essa prevede].” Ar-Râzî riporta questo hadith: “Non v’è mitezza maggiormente gradita a Dio della mitezza e dell’indulgenza di una guida spirituale (imâm). E non v’è ignoranza più odiosa agli occhi di Dio dell’ignoranza e della rozzezza di una guida spirituale.”
Nel Nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso
Il Messaggero di Allah (sallAllahu 'alayhi waSallam) era l'uomo più dolce, pur superando gli altri per il coraggio e il valore.
Era talmente buono che le lacrime apparivano sul suo viso alla vista della minima manifestazione di crudeltà.
Ibn 'Abbâs (radiAllahu 'anhu) riferì che un giorno un uomo afferrò una capra, la coricò su un fianco, poi si mise ad affilare il coltello. Vedendo questa scena, il Profeta (s) gli chiese: "Cerchi di ucciderla due volte? Perché non affili il coltello prima di stendere la tua capra sul fianco?"
Il Profeta (sallAllahu 'alayhi waSallam) proibì ai suoi compagni (radiAllahu 'anhum) di affamare o assetare le bestie da soma, o anche di caricarle eccessivamente.
Raccomandò di essere buoni con gli animali e di cercare di alleggerirli di una parte del carico, considerando ciò come atto meritorio in grado di avvicinare l'uomo ad Allah (SWT). Abu Hurayra (radiAllahu 'anhu) riferì che il Profeta (s) disse: "Un viaggiatore assetato trovò un pozzo sul suo cammino. Vi discese per dissetarsi e, una volta uscitone, vide un cane che stava leccando il fango talmente era assetato. L'uomo pensò che il cane dovesse avere tanta sete quanto lui; ridiscese allora nel pozzo, riempì la sua scarpa di cuoio d'acqua e risalì tenendo la scarpa tra i denti. Così, dissetò il cane. Allah (SWT) si rallegrò di questo gesto di bontà e assolse l'uomo dai suoi peccati". I Sahabah (radiAllahu 'anhum) si informarono: "Oh Messaggero di Allah! Vi è anche una retribuzione riguardante le bestie e gli animali selvaggi?". Il Profeta (sallAllahu 'alayhi waSallam) rispose: "Vi è una retribuzione riguardante ogni creatura con un cuore vivente"(1)
'AbdAllah ibn 'Umar (r) riferì che il Profeta (s) disse: "Una donna fu condannata all'Inferno a causa di una gatta che rinchiuse senza darle da mangiare, né lasciarle la libertà di cacciare qualche roditore per nutrirsene"(2)
'AbdAllah Ibn Ja'far (r) riferì che il Profeta (s) entrò un giorno nel recinto di un giovane uomo Ansâr; vi trovò un cammello che si mise a gemere alla vista del Profeta (s), con le lacrime che gli colavano dagli occhi. Il Profeta (s) si avvicinò e gli diede qualche pacca sulla gobba, e ciò confortò la bestia. Poi il Profeta (s) chiese chi fosse il suo proprietario. Il giovane si presentò e disse: "Oh Messaggero di Allah, questo cammello è mio". Il Messaggero di Allah (s) gli disse allora: "Non temi Allah riguardo a questo cammello, dopo che Egli te l'ha donato in possesso? Si è lamentato con me perché tu lo sovraccarichi e lo fai lavorare senza sosta'(3)
Abu Hurayra (r) riportò che il Profeta (s) disse: "Durante i vostri viaggi, quando attraversate delle terre fertili, permettete ai cammelli di prelevare ciò a cui hanno diritto nella vegetazione, e quando attraversate terre nude e aride, sbrigatevi ad uscirne. E quando vi accampate la notte, allontanatevei dalle strade, perché sono il luogo di passaggio delle bestie feroci e il luogo di destinazione delle vipere"(4)
Ibn Mas'ûd (r) riferì: "Durante un viaggio in compagnia del Messaggero di Allah (s), quest'ultimo si allontanò un po' dall'accampamento. In quel momento, vedemmo un uccello con due uccellini di cui ci impossessammo. L'uccello ci volò intorno finché tornò il Profeta (s), che ci chiese: "Chi ha afflitto questo uccello levandogli i suoi piccoli?". Poi ci ordinò di rimettere a posto gli uccellini. In quello stesso posto, vedemmo anche un formicaio, che bruciammo. Quando il Profeta (s) seppe che l'avevamo bruciato, disse: "Solo il Signore del Fuoco ha il diritto di castigare col fuoco".(5)
Il Profeta (s) prescriveva insistentemente la gentilezza e la generosità nel trattamento degli schiavi, dei servi e della manodopera. Jâbir (r) riferì che il Messaggero di Allah (s) disse: "Nutritele di ciò di cui vi nutrite, vestitele di ciò con cui voi vi vestite, e non disturbate le creature di Allah (SWT)"(6)
Viene riportato che il Profeta (s) disse anche: "Le persone che Allah (SWT) ha riposto nelle vostre mani sono vostri fratelli, vostri servitori e vostri assistenti. Chiunque abbia suo fratello al suo servizio deve nutrirlo di ciò di cui si nutre, vestirlo di ciò di cui si veste, non assegnargli mai un compito superiore alle sue capacità e – se questo fosse inevitabile – allora che lo aiuti a compierlo"(7)
'AbdAllah Ibn 'Umar (r) riportò che "un giorno, un beduino si presentò al Profeta (s) e gli chiese: "Quante volte al giorno devo perdonare al mio servo?". Il Profeta (s) rispose: "Settanta volte"(8)
Il Profeta (s) disse anche: "Pagate il salario di un operaio prima che il suo sudore si asciughi"(9)
http://www.huda.it/articoli/articoli_muh.htm
[1] Hadîth riportato da Bukhârî nel suo Sahîh, nel Libro dell'Etica, sezione della "Misericordia verso gli uomini e verso gli animali. Una variante di questo hadîth sostituisce l'uomo in questione con una prostituta
[2] hadîth riportato da Bukhârî e Muslim
[3] hadîth riportato dall'Imâm Ahmad nel suo Musnad
[4] hadîth riportato da Mâlik nel suo Muwatta'
[5] hadîth riportato da Abu Dawud nella sua raccolta – Sunan
[6] parte di un hadîth riportato da Ahmad nel Musnad – facente parte del Sermone d'Addio del Profeta (s)
[7] Sunan Abû Dâwûd
[8] Sunan Tirmidhi e Sunan Abi Dawûd
[9] Sunan Ibn Majah